Come gestire un colloquio di lavoro all’estero

Hai deciso di cambiare vita, e anche paese, per cui stai cercando qualche dritta per gestire e superare brillantemente un colloquio di lavoro all’estero?

Molto probabilmente se sei arrivato su questa pagina sei già a buon punto; se stai leggendo questo post quasi sicuramente il tuo curriculum ha fatto colpo e tu sei stato contattato da un selezionatore per un incontro conoscitivo.

Che tu abbia già un colloquio fissato o che desideri semplicemente iniziare a preparati per un eventuale contatto da parte di un recruiter, questo post fa proprio al caso tuo!

Colloquio all’estero: dritte e consigli per superarlo brillantemente

Solitamente dall’esito di un colloquio di lavoro dipende il trasferimento all’estero.
In pochi possono permettersi di trasferirsi, e di pagare vitto e alloggio, senza avere la certezza di un impiego. Qualcuno riesce a farlo ma per il tempo strettamente necessario per fare colloqui e trovare lavoro.

Tempistiche e disponibilità economiche a parte, il colloquio di lavoro all’estero richiede un impegno maggiore da parte del candidato, per vari motivi; innanzitutto per la lingua straniera, in secondo luogo per gli approcci alle selezioni che non sempre corrispondono ai nostri.

Ecco perchè l’università telematica Niccolò Cusano di Palermo ha deciso di realizzare questo post, una breve guida che intende fornire ai lettori le linee guida per affrontare e gestire una selezione nel migliore dei modi.

Scopriamo insieme cosa fare e cosa non fare durante un colloquio in un paese straniero.

Non mentire sul livello linguistico

Trattandosi di un colloquio di lavoro fuori città, o più verosimilmente fuori dal proprio paese, sicuramente dovrà essere sostenuto in una lingua straniera.

Che si tratti dell’inglese, del tedesco o del russo bisogna assolutamente essere onesti sul livello di conoscenza della lingua, sia scritta che orale; anche perché il selezionatore non avrà alcuna difficoltà a scoprire eventuali carenze.

Nel caso in cui il livello non sia eccellente è consigliabile quanto meno studiare e/o ripassare i termini legati alla professione per la quale ci si candida

A chi invece ha un’ottima padronanza della lingua suggeriamo di non esagerare.
Il selezionatore è in grado di capire immediatamente, fin dall’inizio della presentazione, il livello linguistico, per cui è consigliabile utilizzare comunque un linguaggio semplice e comprensibile.
Sicuramente l’utilizzo di qualche termine tecnico avrà il suo risvolto positivo in termini di apprezzamento, ma attenzione a non strafare.

Allenarsi a rispondere alle domande ‘classiche’

Tutti i colloqui prevedono una base di domande generiche, che ricorrono a prescindere dal settore e dalla posizione lavorativa cui fa riferimento la selezione.

Si tratta di quei quesiti che vengono posti dal selezionatore, ad esempio, per rompere il ghiaccio e per mettere il candidato a suo agio.

Solitamente si parte dalla classica ‘mi parli di sé’ finalizzata a dare l’input per una presentazione che non prevda soltanto informazioni di tipo professionale ma anche e soprattutto personali.

Tra le domande più frequenti poste dai selezionatori in fase di colloquio:

  • Come ha conosciuto la nostra azienda?
  • Perché desidera lavorare con noi?
  • Dove si vede tra cinque anni?
  • Qual è il motivo per il quale ha lasciato la sua precedente occupazione?
  • Qual è il motivo per il quale dovremmo assumerla?
  • Quali sono i suoi punti di forza e le sue debolezze?

Prepararsi in anticipo sulle domande generiche può essere utile per partire con la giusta spigliatezza e per dare subito una buona impressione al responsabile delle selezioni.

Attenzione però a non fraintendere il suggerimento.
Quando parliamo di preparazione non intendiamo imparare a memoria un copione, ma semplicemente esercitarsi, magari davanti ad uno specchio, ad esprimersi con chiarezza e disinvoltura.

Informarsi sull’azienda che offre l’impiego

In Italia come all’estero, prima di sostenere un colloquio è buona norma informarsi sull’azienda che propone il lavoro.

È consigliabile partire dal sito web per cercare di capire la tipologia di attività e la mission aziendale.
Un’altra fonte interessante di informazioni è quella rappresentata dai social; Facebook e company possono rivelare dettagli che talvolta l’istituzionalità del sito non permette di cogliere.

Conoscere l’azienda per la quale ci si candida consente di acquisire sicurezza e di rispondere in maniera più mirata alle domande del selezionatore.

Comprendere bene le domande

Può capitare, durante un colloquio in una lingua straniera, di non comprendere bene qualche domanda.
Si tratta di una situazione piuttosto frequente, che può dipendere da una difficoltà di comprensione linguistica o più semplicemente da uno stato di agitazione.
Per evitare errori di comprensione, e fare quindi una pessima figura rispondendo qualcosa di poco attinente con il quesito, è preferibile essere sinceri e chiedere con cortesia di ripetere la domanda.

colloquio all'estero

Il colloquio a distanza

Quando ci si candida per una posizione di lavoro in un altro paese può capitare che i selezionatori, almeno come primo incontro, per una questione di praticità, richiedano un colloquio online, ad esempio via Skype.

In tal caso bisogna innanzitutto evitare di sottovalutare la selezione soltanto perché si svolge a distanza.
Un colloquio online ha lo stesso valore di un colloquio dal vivo, per cui richiede la stessa attenzione e preparazione; anzi forse per certi aspetti richiede una cura anche maggiore.

Iniziamo subito con un dettaglio che potrebbe sembrare banale: il contesto nel quale scegliamo di posizionarci per incontrare virtualmente l’interlocutore.

Dal momento che la cam, oltre ad inquadrare noi, inquadra anche ciò che abbiamo alle spalle cerchiamo di scegliere uno sfondo neutro, o comunque uno sfondo che non sia troppo caotico e disordinato.

L’interlocutore deve essere agevolato a concentrarsi sulla nostra persona e sulla nostra presentazione, senza essere distratto dagli elementi che ci circondano.

È chiaro quindi che anche l’immagine personale deve essere curata.
Presentarsi ben pettinati e vestiti in maniera sobria è un must per dare subito una buona impressione.
Attenzione però, anche in questo caso, a non esagerare: cerchiamo di mantenerci su uno stile casual-professionale.

Riguardo all’outfit attenzione a non fare i furbi; per quanto la webcam inquadri soltanto la parte superiore della nostra persona evitiamo di rimanere con i pantaloni del pigiama perché ‘tanto non si vedono’. Potrebbe capitare di doversi alzare per prendere un qualsiasi documento o foglio e il colloquio si trasformerebbe in un siparietto comico di cattivo gusto.

Trattandosi di una chiacchierata che si svolge tramite pc o dispositivo mobile cerchiamo di assicurarci che la connessione ad internet funzioni bene.
Ascoltare una presentazione che alterna problemi di audio a problemi di immagine è indubbiamente molto fastidioso e il recruiter, spazientito, potrebbe distrarsi e perdere interesse verso il candidato.

Allo stesso modo bisogna assicurarsi che il contesto nel quale abbiamo deciso di sostenere la chiacchierata non sia disturbato da rumori o da altre persone che gironzolano per la stanza; eliminare la suoneria del cellulare ed avvisare i coinquilini di non entrare in camera fino ad un cenno di ‘via libera’ rinetrano tra le precauzioni di base da non dimenticare assolutamente.

Tra gli atteggiamenti da evitare durante un colloquio via Skype rientra quello di distogliere lo sguardo dallo schermo per leggere eventuali appunti.

In linea generale la necessità di avvalersi di un supporto scritto per parlare di se stessi e delle proprie competenze potrebbe essere interpretato come un segnale di non spontaneità, o peggio ancora come un segno di insicurezza.

Per esternare sicurezza e autostima attraverso l’atteggiamento e la postura, oltre che attraverso le parole, è consigliabile guardare l’intelocutore negli occhi, senza abbassare lo sguardo o rivolgerlo oltre lo schermo, verso il vuoto.

Ora hai una buona da base da cui partire per impostare il tuo prossimo colloquio di lavoro all’estero; non ti resta che iniziare a prepararti.

 


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