Le 10 frasi più comuni dello studente di Giurisprudenza

Ogni studente universitario, in base alla facoltà che frequenta, sviluppa peculiarità particolari; alcune così particolari che diventano oggetto di ironia da parte di chi le osserva dall’esterno, altre che riguardano il modo di affrontare lo studio dello studente stesso.

In questo post ci focalizzeremo sulla facoltà giuridica, e più precisamente sulle 10 frasi dello studente di Giurisprudenza, ovvero su quelle affermazioni ed espressioni tipiche che fanno riferimento al mondo del diritto.

Frasi dello studente di Giurisprudenza: 10 espressioni tipiche

Dalle frasi degli studenti, ovvero quelle che più frequentemente vengono pronunciate da chi frequenta un corso di laurea ad indirizzo giuridico, a quelle che vengono coniate per identificare in maniera simpatica la categoria, ecco le più comuni …

1 – Dopo la laurea in Giurisprudenza guadagnerò un sacco di soldi

Avvocato, notaio o magistrato: le professioni legali esercitano da tempo immemore un grande fascino sui giovani.
Quella che però trae in inganno è la tempistica di realizzazione.
In tanti credono alla leggenda metropolitana ‘mi laureo in Giurisprudenza e inizio a guadagnare un sacco di soldi come avvocato’.

Senza voler infrangere i sogni di nessuno dobbiamo sottolineare che per diventare avvocato, magistrato o notaio l’iter formativo e concorsuale è piuttosto lungo; ciò significa che quella di guadagnare tanti soldi è un’ambizione realizzabile, ma non in tempi brevi.

2 – Da domani inizio a studiare seriamente

‘Non rimandare a domani quello che potresti fare oggi’ diceva un certo Benjamin Franklin.

Sicuramente è una frase saggia, che vale nello studio come nella vita in generale; ma quanto è difficile seguire il consiglio?

La procrastinazione è un atteggiamento deleterio e improduttivo, soprattutto per gli studenti universitari.
La tendenza comune e diffusa a rimandare lo studio causa inevitabilmente un accumulo di materiale da assimilare, per cui capita spesso di ritrovarsi a pochi giorni dall’esame con centinaia di pagine da studiare; e nel caso di tomi enormi di Giurisprudenza da memorizzare.

La frase che sembra mettere a tacere, momentaneamente, la coscienza dello studente è quindi ‘da domani mi metto a studiare seriamente’.

3 – Quante pagine mi mancano?

 Ogni facoltà ha i suoi ‘mostri sacri’, ovvero gli esami che puntualmente danno filo da torcere agli studenti.

Giurisprudenza è indubbiamente uno degli indirizzi di studio più impegnativi, il cui programma prevede vari ‘mattoni’ (termine del gergo studentesco comunemente utilizzato per identificare le prove più difficili).

Esami come quelli di diritto penale, diritto amministrativo e diritto costituzionale sono basati sullo studio di tomi composti da un numero spropositato di pagine, tra le quali soltanto articoli e concetti da memorizzare.

D’altronde si sa, la facoltà di legge prevede un enorme impegno mnemonico.

È piuttosto lecito quindi,  dopo aver studiato per giorni senza sosta e senza intravedere una fine, domandarsi ‘quante pagine mi mancano?’.

4 – Non supererò mai questo esame

Un altro grande classico, che si pone a metà tra il pessimismo e la scaramanzia, riguarda l’insicurezza, che sfocia in una sorta di tormentone: ‘non supererò mai questo esame’.

Si tratta di un’affermazione che può riguardare due categorie di studenti: gli insicuri cronici e quelli che si lasciano demoralizzare dalla preparazione dei cosiddetti ‘mattoni’.

Generalmente gli insicuri, pur avendo studiato e pur avendo raggiunto un buon livello di preparazione, hanno sempre la sensazione di non essere sufficientemente preparati per superare gli esami.

Chi invece si lascia spaventare dai tomi voluminosi si approccia alla preparazione con un atteggiamento di rassegnazione, che si palesa con frasi anti-motivazionali del tipo ‘non ce la farò mai a studiare tutte queste pagine’ oppure ‘questo esame è impossibile’.

 5 – Questo capitolo non lo studio … tanto non lo chiede mai

L’abitudine a seguire gli esami di Giurisprudenza dei colleghi è sicuramente produttiva, ma soltanto se conduce ad un approccio produttivo alla materia.

Cerchiamo di capire meglio il concetto …

Presenziare agli esami degli altri per capire quali sono gli argomenti sui quali il docente si focalizza, e per individuare quindi i passaggi da approfondire maggiormente, è indubbiamente una scelta intelligente.

Totalmente insensata invece l’idea di basare la propria preparazione sui dati statistici.
Il fatto che un determinato argomento non sia mai stato chiesto da un docente non significa che non deve essere studiato.

In primis perché può essere funzionale alla comprensione di altri concetti, e in secondo luogo perché può capitare che il docente decida improvvisamente di chiedere proprio quel capitolo che hai deciso di non studiare perché ‘tanto non lo chiede mai’.

6 – Devo assolutamente riordinare la stanza

Passiamo ad una frase tipo, che in realtà intende raggruppare una serie di scuse assurde che alcuni studenti utilizzano per procrastinare lo studio: ‘devo assolutamente riordinare la stanza’, che può diventare anche ‘devo assolutamente lavare la macchina’, ‘devo assolutamente fare questa o quell’altra cosa’.
In altre parole qualsiasi attività alternativa allo studio, evidentemente poco urgente, può diventare una motivazione ‘valida’ per alzarsi dalla scrivania e rimandare lo studio.

La frase in oggetto è tipica degli studenti più pigri e svogliati; ma può anche essere il risultato di un momento particolare o di uno stato di stanchezza che richiede di staccare la spina.

7 – Ritrovo la motivazione con John Grisham

La motivazione è uno degli elementi indispensabili per affrontare un corso di laurea in Giurisprudenza, composto da 5 anni notoriamente impegnativi.

Può capitare ad un certo punto del percorso di studi di sentirsi scoraggiati, magari di fronte a un esame particolamente complesso, e di rimanere bloccato in una condizione di impasse.

A seconda delle peculiarità personali ogni studente cerca di reagire a proprio modo.

Qualcuno approfitta della passione per il genere thriller abbinato al mondo delle professioni forensi per guardare qualche film ispirato ai celebri romanzi di John Grisham.

‘L’avvocato del diavolo’, ‘Il socio’ e ‘L’uomo della pioggia’ sono soltanto alcuni dei titoli che possono contribuire a dare una scossa agli studenti bloccati e a risvegliare l’ambizione di intraprendere una delle professioni legali.

frasi studenti

8 – Mi concedo una pausa di 5 minuti … e poi ricomincio

Le pause nello studio, lo sanno tutti, sono fondamentali.

Alternare le sessioni di studio a momenti di relax è indispensabile per permettere al cervello di ricaricare le energie. Studi e tecniche collaudate confermano che per ottenere eccellenti performance mnemoniche è necessario che la mente si riposi adeguatamente.

Spesso però il concetto viene estremizzato per cui quella che dovrebbe essere una pausa caffè, della durata di 10-15 minuti, si trasforma in ore di dolce far niente.

Ci si lascia prendere la mano e ci si dimentica di avere una tabella di marcia da rispettare.
Così poi si accumulano ritardi su ritardi e si è costretti ad affrontare estenuanti maratone di studio, improduttive, a pochi giorni dall’esame.

9 – Non mi ricordo niente

 Studenti diligenti o meno diligenti, studenti insicuri o più spavaldi: a tutti è capitato nel corso della carriera universitaria si pronunciare la frase ‘non ricordo niente’.

Si tratta di una sensazione che generalmente compare il giorno stesso dell’esame, quando inveitabilmente si prova a ripassare qualche concetto che per quanto sia stato studiato, approfondito e ripassato proprio non ne vuole sapere di essere recuperato.

Generalmente la sensazione è legata all’ansia che si prova per l’imminente interrogazione e per la preoccupazione di non superarla con successo.

Il dato positivo è che nella maggior parte dei casi si tratta soltanto di una sensazione, che corrisponde ad un momentaneo ‘vuoto di memoria’.

10 – Controllo ‘un attimo’ i messaggi di Whatsapp …

Concludiamo il post dedicato alle tipiche frasi dello studente di Giurisprudenza con la classica ‘apro un attimo whatsapp per controllare i messaggi e poi ricomincio a studiare’.

Purtroppo lo smartphone è un dispositivo che con le sue infinite app crea una sorta di dipendenza.
Dal controllare i messaggi di whatsapp al chiamare un amico o al dare una sbirciatina ai social il passo e breve.
È altrettanto breve il passo che porta a dimenticarsi totalmente di avere una scadenza chiamata ‘esame’,  salvo poi ricordarsene quando l’orologio comunica che il tempo di una pausa breve è stato ampiamente superato.


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