Come diventare formatore: percorso di studi e possibilità

Se ti affascina l’ambito della formazione e desideri trasformare la tua passione in una professione ti consigliamo di leggere questo post nel quale ti spiegheremo come diventare formatore; e più nello specifico come diventare formatore aziendale.

Non rientrando nella categoria delle cosiddette ‘professioni tradizionali’, la professionalità è spesso oggetto di scetticismo, perplessità e allo stesso tempo curiosità.

Oggi, quella del formatore rientra tra le figure più ricercate sul mercato del lavoro. Ecco perché nel corso di questo post approfondireamo le principali mansioni svolte da un professionista, ma anche i requisiti per svolgere la professione e le relative opportunità di impiego.

Chi è e cosa fa un formatore

 Prima di analizzare l’iter formativo per diventare formatore cerchiamo di capire nel dettaglio cosa fa un professionista.

Il termine stesso lascia presupporre un forte correlazione con i corsi di formazione.
In effetti il formatore si occupa di processi di apprendimento; in particolare si occupa di elaborare e gestire percorsi formativi rivolti a singoli individui oppure a gruppi.

A seconda dei casi, delle mansioni attribuitegli e del contesto nel quale opera, può occuparsi di tutte le fasi del processo formativo o soltanto di alcune.

L’oggetto dell’attività di un professionista è lo sviluppo delle competenze del target cui si rivolge.

Per chiarire la confusione che spesso si genera tra la figura del formatore e quella dell’insegnante, soprattutto tra i non addetti ai lavori, è d’obbligo evidenziare la sostanziale differenza tra i due profili.

L’insegnante (professore, docente ecc.) lavora sulle conoscenze dell’individuo, ovvero sull’erogazione di nozioni, mentre il formatore si focalizza sullo sviluppo delle sue skills, ovvero delle competenze e capacità appartenenti alla sfera personale.

Per chiarire ulteriormente, le conoscenze vengono trasferite mentre le competenze vengono sviluppate.

Il formatore non trasmette concetti e nozioni ma si identifica in una sorta di allenatore che mira ad agevolare il processo di sviluppo di specifiche abilità.

Dove lavora: gli sbocchi 

I settori in cui si inserisce più facilmente un formatore sono quello della finanza, della tecnologia (formatore digitale), della sanità (formatore psicologico, formatore ECM), della scuola (formatore scolastico).

Tra i contesti in cui è maggiormente richiesta la professionalità rientra l’ambito aziendale.
All’interno di un’azienda, il formatore aziendale può operare in vari contesti. Può quindi avere varie tipologie di obiettivi come ad esempio il miglioramento delle capacità comunicative, il potenziamento delle abilità organizzative, lo sviluppo di atteggiamenti mentali elastici e produttivi, lo sviluppo di capacità relative alla leadership e/o al problem solving; ma anche la crescita dell’autostima e l’incentivazione del team building.

Il formatore che opera in ambito aziendale, ad esempio, può ricoprire anche il ruolo di selezionatore dei profili da inserire in organico. In tal caso un master in gestione delle risorse umane garantisce le competenze giuste per operare nel campo della selezione, della formazione e della gestione del personale.

Un’altra specializzazione che offre buone prospettive occupazionali è quella del formatore digitale, una figura diventata fondamentale per le aziende che hanno l’esigenza di allinearsi ai nuovi modi di comunicare sui canali online.
Il professionista in questione mira a sviluppare nel target cui si rivolge le capacità necessarie per applicare efficaci strategie di engagement e marketing digitale.

In sintesi, il formatore può lavorare sia in ambito pubblico che in quello privato; in enti pubblici, organizzazioni sindacali, cooperative, agenzie per il lavoro, multinazionali, aziende, società di consulenza.
Può anche operare come libero professionista, ovvero come consulente freelance.

Diventare formatore: la ‘formazione’

Come accennato nel corso del precedente paragrafo il formatore opera in vari contesti; definire i confini entro i quali si inserisce la professionalità è piuttosto difficile dal momento che l’attività di formazione, non scolastica, può essere richiesta in qualsiasi ambito.

Si evince chiaramente che ogni percorso formativo gestito da un professionista, per essere efficace, deve allinearsi alle caratteristiche e alle esigenze del target a cui è rivolto.

Per quanto si tratti di una professionalità piuttosto ricercata sul mercato italiano, è anche piuttosto recente; attualmente non sono previsti albi professionali a cui iscriversi e di conseguenza neppure il conseguimento di specifici titoli.
Non esiste un percorso di studi definito e univoco, bensì varie possibilità alternative tra loro.

La base di partenza ideale è identificabile in una laurea triennale, possibilmente afferente ad aree disciplinari che, direttamente o indirettamente, abbiano una correlazione con la formazione.
Il corso di laurea in scienze della formazione rappresenta il punto di partenza perfetto per un aspirante formatore.

Tra le facoltà altrettanto valide quelle di psicologia, scienze pedagogiche, scienze della comunicazione e sociologia.

Il percorso ideale prosegue con una laurea magistrale, integrata da un master che abbia come oggetto la specializzazione in un determinato ambito operativo, come ad esempio il master in ‘Human resource management’.

Ora sai come diventare formatore; non ti resta che individuare il campo di specializzazione ed avviare la tua carriera professionale.
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Credits immagine: DepositPhoto.com/IgorVetushko


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