Come diventare libero professionista? Cosa devi sapere Come diventare libero professionista

Trovare lavoro oggi sembra essere diventata un’impresa tutt’altro che facile; ecco perché può essere utile sapere come diventare libero professionista.

La tradizionale e tanto ambita assunzione è una possibilità ancora concreta, ma che attualmente si ritrova a dover fare i conti con la competitività del mercato, con aziende sempre più esigenti nella scelta dei collaboratori, con parametri di selezione che seguono logiche incomprensibili e con congiunture astrali sfavorevoli.

Trovare un impiego in tali condizioni può risultare davvero difficile, soprattutto in alcuni settori.

Una soluzione alternativa al lavoro da dipendente è la libera professione, una strada che per quanto impegnativa è in grado di offrire grandi soddisfazioni.

Attraverso questo post l’Università Telematica Niccolò Cusano di Palermo intende fornire agli aspiranti liberi professionisti tutte le informazioni necessarie per intraprendere un percorso professionale autonomo e indipendente.

Fare il libero professionista

Il libero professionista è un lavoratore autonomo che offre servizi a contenuto intellettuale.
Possono rientrare nella categoria profili come avvocati, commercialisti, giornalisti, ingegneri, psicologi, architetti, medici e così via.

Partiamo subito dal presupposto che per diventare imprenditori di se stessi bisogna possedere una serie di requisiti personali, che purtroppo non possono essere acquisiti attraverso corsi e master.

Un professionista free lance che intende costruire un business di successo deve possedere determinazione, una buona dose di coraggio e spiccate capacità di problem solving per affrontare difficoltà e ostacoli.

I vantaggi

La libera professione può rientrare in una filosofia di pensiero o più semplicemente nell’esigenza di percepire un’entrata.
In entrambi i casi la scelta di lavorare come free lance comporta una serie di vantaggi.
Scopriamo insieme i principali.

Partiamo subito con un dettaglio tutt’altro che banale, ovvero la totale assenza di datori di lavoro; la mancanza di un ‘capo’ comporta l’assenza di direttive da seguire, di pretese ‘assurde’ e di prevaricazioni dettate dalla condizione di subordinazione in cui si trova l’impiegato.

Mettersi in proprio significa essere indipendente nella pianificazione del lavoro, sia dal punto di vista operativo che per quanto riguarda gli orari.
L’indipendenza si traduce in una vita professionale che consente di impostare in totale libertà, e senza dover rendere conto a qualcun altro, orari, spazi e modalità lavorative.

Tra i vantaggi della libera professione rientra anche il discorso meritocrazia, che nell’ambito di un lavoro da dipendente raramente viene riconosciuta.
Fare carriera quando si è ‘semplici’ impiegati è piuttosto complicato, e non sempre l’avanzamento è legato a logiche puramente meritocratiche.
Il libero professionista invece, una volta consolidato il business, ha la concreta possibilità di conquistare gratificazioni e soddisfazioni, sia personali che economiche; anche in tempi brevi.

Il tutto comporta una serie di benefici anche sulla sfera psicologica, sia a livello motivazionale che di soddisfazione e serentià psico-fisica.

I contro

Dopo aver elencato i pro della libera professione è d’obbligo analizzare anche il rovescio della medaglia: i contro.

Gli svantaggi, se così possiamo chiamarli, riguardano quasi tutti l’aspetto economico.

Partiamo subito con un dato di fatto.
Il lavoratore dipendente, a parte ritardi e casi particolari, percepisce regolarmente il proprio stipendio, la cui cifra, oltre ad essere garantita, è sempre la stessa.
Il freelance invece non ha un’entrata mensile garantita; possono capitare mesi in cui guadagna bene e mesi di ‘magra’, in cui per vari motivi il business subisce rallentamenti e gli introiti diminuiscono, o addirittura risultano inesistenti.

Un altro ‘contro’ della libera professione è legato alla gestione autonoma della contabilità, nell’ambito della quale rientrano i flussi di cassa, le eventuali bollette e le tasse.

Concludiamo con una problematica, piuttosto frequente, di fronte alla quale può trovarsi un freelance: i crediti insoluti.
Trattandosi di un tipo di lavoro che prevede l’interazione con più committenti/clienti, capita spesso di imbattersi nei cosiddetti ‘ritardatari’ quelli che per difficoltà reali o inventate tendono a procrastinare i pagamenti dei servizi/beni ricevuti.

professionista free lance

Gli step

Analizzati i pro e i contro della libera professione è tempo di addentrarci negli aspetti pratici per avviare un’attività imprenditoriale autonoma.

La scelta del settore operativo è il primo step da affrontare.
Partendo da quelle che sono le competenze professionali, le attitudini e le ambizioni personali bisogna individuare un ambito che riesca a racchiudere i tre aspetti.
Allo stesso modo bisogna fare un’attenta analisi del mercato e del target al quale si rivolge la propria attività; bisogna cercare di analizzare il livello di interesse da parte della potenziale clientela rispetto al servizio offerto, al fine di ipotizzare la consistenza del ritorno economico.

Molti settori si presentano già saturi, per cui un’eventuale accesso risulterebbe piuttosto complicato, o comunque richiederebbe tempi eccessivamente lunghi.
Altri settori potrebbero essere interessanti perché considerati di nicchia, oppure semplicemente perché ‘nuovi’.

Individuato il settore bisogna dedicarsi ad un’altro aspetto importantissimo che riguarda la scelta di avviare l’attività in totale autonomia o con la collaborazione di un socio.
Con l’aiuto di un professionista esperto della materia bisogna quindi individuare la migliore forma giuridica sulla quale impostare l’impresa.

L’iter burocratico

La maggior parte dei liberi professionisti per poter esercitare la professione sono tenuti ad iscriversi ad albi professionali, ruoli, registri o elenchi riconosciuti.

Rientrano nella categoria dei professionisti, più comunemente definiti freelance, anche i nuovi profili legati al mondo del web, dei social e delle attività ‘digitali’.

In entrambi i casi per poter svolgere la libera professione nel rispetto della legge bisogna ottemperare ad una serie di obblighi burocratici.

A seconda dei casi, e delle professioni, l’iter può prevedere il superamento di selezioni e concorsi pubblici.

Nei casi delle cosiddette ‘professioni non regolamentate’ è sufficiente aver conseguito determinati titoli, aver frequentato specifiche facoltà universitarie o più semplicemente aver acquisito competenze nell’ambito del settore di riferimento.

Qualunque sia il settore, per intraprendere una carriera da libero professionista bisogna aprire una partita IVA e mettersi in regola per quanto riguarda la tutela previdenziale.

Dal momento che ogni professione risponde ad una propria regolamentazione è preferibile rivolgersi ad un esperto, ad un commercialista e/o a un consulente del lavoro che sia in grado di seguire l’intero iter burocratico.

Ora sai come diventare libero professionista, o comunque disponi di tutte le informazioni di base per prendere una decisione consapevole; non devi fare altro che mettere in pratica la tua idea e iniziare il percorso per intraprendere la strada della libera professione.


CHIEDI INFORMAZIONI

icona link