Cosa mangiare per il pranzo pasquale a Palermo?
Il pranzo pasquale a Palermo rappresenta il connubio perfetto tra sacro e profano.
Se da un lato la Pasqua è una ricorrenza molto sentita dai siciliani a livello religioso, dall’altro offre lo spunto perfetto per trascorrere momenti di convivialità con parenti ed amici seduti intorno a tavole luculliane.
A Palermo la Settimana Santa è scandita da numerosi riti e celebrazioni liturgiche, che tra devozione e folclore animano i giorni che precedono la Santa Pasqua.
Terminate le processioni e le rievocazioni della Passione di Cristo i palermitani si dedicano ai festeggiamenti e alla preparazione del pranzo per imbandire le tavole della domenica della Resurrezione.
In Sicilia, come in ogni altra regione d’Italia, le festività sono legate a tradizioni culinarie antiche, tramandate di generazione in generazione.
Scopriamo insieme le ricette tipiche pasquali.
Pranzo di Pasqua: i piatti tipici a Palermo
Ogni famiglia, sulla scia di quelle che sono le tradizioni tramandate da nonni e bisnonni, ha le proprie ritualità in fatto di ricette pasquali.
Al di là di quelle che possono essere varianti e rivisitazioni ci sono piatti che assolutamente non possono mancare sulla tavola la domenica di Pasqua.
Scopriamo insieme quali sono attraverso le ricette raccolte nei paragrafi che seguono dall’Università Telematica Niccolò Cusano di Palermo.
Primi e secondi
In Sicilia, in passato, durante la Settimana Santa si mangiavano soltatno farinacei.
Ancora oggi il pane, preparato in differenti varietà, si pone al centro dei rituali della Settimana Santa, e chiaramente anche della Pasqua.
Protagonista assoluto di primi e secondi piatti è l’agnello, utilizzato come ingrediente principale per il condimento di gnocchi e paste fresche o cucinato al forno con contorni vari a base di patate e verdure.
Tra le ricette di Pasqua, che spopolano in tutte le festività più solenni, quella del Falsomagro, chiamato localmente ‘farsumagru’o ‘bruciuluni’.
Preparato prevalentemente nella città di Palermo è considerato uno dei capisaldi della cucina siciliana.
Originaria della Francia la pietanza sarebbe stata introdotta sull’isola nel XIII secolo, durante il periodo della dominazione Angioina.
Nel ‘600 il piatto era frequentemente preparato dai monsù, gli chef transalpini al servizio dei nobili siciliani.
Si tratta di una sorta di enorme involtino, preparato con una fetta di carne, di manzo o di vitello, farcita con ingredienti vari e successivamente arrotolata e legata.
Ogni famiglia siciliana ha la sua ricetta, che si contraddistingue per la farcia; a seconda dei gusti e della tradizione il falsomagro può essere imbottito con uovo sodo, pinoli, uvetta, pane tostato, verdure, formaggi o salumi … o con qualunque altro ingrediente suggerito dalla creatività del cuoco.
Tra i protagonisti del pranzo della domenica figurano anche i carciofi, pastellati e poi fritti.
Vengono generalmente serviti come stuzzichini, molto spesso accompagnati da cardi e cavolfiore.
I dolci
La tradizione culinaria legata al pranzo pasquale a Palermo si esprime ai suoi massimi livelli nella preparazione dei dolci.
La regina assoluta del menu di Pasqua, e più in generale di tutta la pasticceria siciliana, è la cassata, preparata in versioni differenti a seconda delle zone.
Il nome cassata deriva dall’arabo ‘qas’at’ che tradotto in italiano significa ‘scodella’.
Le origini del nome, e del dolce, sono legate a un racconto, secondo il quale un pastore saraceno, intento ad impastare la ricotta di pecora con lo zucchero di canna, avrebbe risposto ‘qas’at’ ad un siciliano che invece gli aveva chisto il nome del dolce in preparazione.
La versione originaria della cassata prevedeva quindi soltanto zucchero, ricotta e pasta di pane.
Con l’invenzione della pasta di mandorle, ad opera delle suore di una chiesa palermitana, il sapore si arricchisce ulteriormente.
Con il passare degli anni il dolce viene ulteriormente modificato e perfezionato; nei conventi si sperimenta per la prima volta l’aggiunta di pan di Spagna.
Successivamente alla ricotta vengono aggiunti anche pezzetti di cioccolato e di frutta candita.
Inizialmente la cassata era considerato un dolce tipicamente pasquale.
Oggi è il dolce siciliano per eccellenza, presente nelle vetrine delle pasticcerie dal gennaio a dicembre.
Continuiamo con un’altra tipicità legata al periodo pasquale: i ‘pupi cu l’ova’, detti anche ‘suddura cu l’ova’.
Si tratta di biscotti di pasta frolla, a forma di colomba, campana, agnello e di qualunque altro simbolo che ricordi la Pasqua.
Al centro del biscotto viene posizionato un uovo, tenuto fermo da due cordoncini di impasto disposti a croce.
La superficie è ricoperta di glassa e confettini di zucchero colorato (diavolicchi).
A differenza della ‘nobile’ cassata i pupi cu l’ova sono dolci dalle modeste origini, preparati soprattutto nelle campagne e nell’entroterra isolano.
La provenienza umile dei biscotti è tesimoniata dalla semplicità degli ingredienti: farina, sugna, zucchero, uova, lievito, latte e la buccia grattugiata di un arancio.
Concludiamo il nostro post dedicato alle ricette di Pasqua con un altro grande classico dolce, che non può assolutamente mancare sulle tavole imbandite per festeggiare la Resurrezione: la pecorella in pasta di mandorle o pasta reale, che generalmente chiude ufficialmente il pranzo.