Fallimento ditta individuale: procedura e normativa da conoscere
Fallimento ditta individuale? Esiste ed è una realtà dura con cui confrontarsi ma mettere la testa nella sabbia come uno struzzo non risolverà l’annosa questione. Si tratta, invece, di conoscere le caratteristiche di un fallimento aziendale secondo le legge italiana e, poi, di spingere affinché abbiate una formazione adeguata in campo economico sia per evitare che si arrivi ad un simile epilogo sia per uscirne integri qualora la capitolazione sia già avvenuta. Nell’evoluzione del mercato del lavoro le figure professionali che interessano sono quelle specialistiche? Ecco come potreste diventarlo anche voi nel precipuo settore del tema che tratta questa mini-guida. Buona lettura.
Il tema del fallimento ditta individuale? Molto importante nell’attuale scenario di crisi dell’Italia.
Questa mini-guida nasce con l’idea di darvi una prima e preziosa infarinatura ed anche una direzione sulla formazione da imboccare per diventare specialisti. Concedeteci però una premessa.
Le informazioni da conoscere sono tante per cui non accontentatevi du queste righe ma usatele solo come starter per approfondire poi in rete, con gli articoli sul nostro blog accademico di Palermo e attraverso le domande che potete farci avere attraverso l’apposito form di richiesta di informazioni.
Chiarito il passaggio, chiariamo che, secondo la giurisprudenza, “il fallimento, nell’ordinamento giuridico italiano, è una procedura concorsuale liquidatoria, a cui si può ricorrere in presenza di determinati requisiti. Essa coinvolge l’imprenditore commerciale con l’intero patrimonio e i suoi creditori. Tale procedura è diretta all’accertamento dello stato di insolvenza dell’imprenditore, all’accertamento dei crediti vantati nei suoi confronti e alla loro successiva liquidazione secondo il criterio della par condicio creditorum, tenendo conto delle cause legittime di prelazione”.
Non solo.
Dovete sapere che non tutti gli imprenditori possono essere sottoposti a fallimento. La legge fallimentare (Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 267), infatti, sancisce determinati requisiti di natura soggettiva e oggettiva.
Quali ditte individuali possono fallire
Per essere sottoposta a fallimento l’impresa deve avere le seguenti peculiarità:
- occuparsi di produzione di beni o servizi;
- occuparsi di intermediazione nella circolazione dei beni;
- occuparsi di trasporto per terra, acqua e aria;
- occuparsi di banche e assicurazioni;
- occuparsi di attività ausiliarie delle precedenti.
Questo significa che sono escluse dalla fallibilità di fallimento:
- le imprese non commerciali (ad esempio quelle agricole);
- i piccoli imprenditori (tipo coltivatori diretti e artigiani);
- tutti quelli che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio o dei componenti della famiglia.
Ecco perché, per muoversi in questo pantano, ci vuole un professionista del fallimento ditta individuale ma non solo.
Il miglior modo per diventarlo lo offre l’università Niccolò Cusano, prima con la sua facoltà di Economia ma dopo, soprattutto, con la sua offerta di master specialistici la cui lista è costantemente aggiornata. Al momento quello più inerenti la materia sono i seguenti:
- master di primo livello in “La gestione della crisi da sovraindebitamento dalla legge 3/2012 alla prassi dei tribunali“;
- master di primo livello in “Curatore fallimentare“;
- master di primo livello in “Microcredito: Nascita e Sviluppo della Microimpresa“.
Comunque in generale vi consigliamo di stare con le antenne dritte perché l’offerta di Unicusano si aggiorna con l’attualità la quale, a sua volta, aggiorna le esigenze del mercato del lavoro. Appena si crea una nuova domanda, l’università crea l’offerta. In questo circuito virtuoso dovete inserirvi scegliendo la nicchia in cui stare e il know-how che volete avere.
Ecco la macro-sezione dei master post laurea dell’area economica.
Fallimento aziendale
Nell’ottico di contestualizzare il fallimento di una ditta individuale, va detto anche che un’impresa, per essere potenzialmente dichiarata fallita, deve trovarsi in uno stato di insolvenza.
Lo stato di insolvenza, secondo la definizione che si ricava dall’articolo 5 della legge fallimentare, è quella situazione in cui
“l’imprenditore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni nei confronti dei creditori e che si manifesta con inadempimenti o con altri fatti esteriori”.
La legge fallimentare
In Italia la materia del fallimento aziendale è curata dalla legge 267/1942 che stabilisce chi ci rientra, cosa deve fare dopo essere stato dichiarato fallito e quali caratteristiche ci vogliono per essere sotto questa normativa.
Proprio questo ultimo punto ci ricorda di ricordarvi che la ditta no può presentare l’istanza di fallimento “nel caso in cui l’ammontare di debiti, anche non scaduti, non sia superiore a 500 mila euro, oppure nel caso in cui abbia avuto, nei tre esercizi precedenti la data di deposito dell’istanza di fallimento, un attivo patrimoniale complessivo annuo non superiore a euro 300.000, oppure abbia avuto dei ricavi lordi complessivi annui non superiori a 200 mila euro”.
*** Forse vi interessa anche coprire lo scibile di questa area agendo anche sull’aspetto “umano” per esempio con questo articolo su come ridurre lo stress. ***
Tutti questi paletti e queste specifiche non fanno che farvi capire quanto sia importante essere un professionista specializzato della materia del fallimento ditta individuale.
Vi va? Non vi resta che seguire i consigli che vi abbiamo dato in apertura di mini-guida.